- Scritto da Peregrino Tuc - A Frodo Baggins -
Alla fine di tutto
Alla fine di tutto parti.
Ora, al tramonto, in riva al mare, l'ultimo addio.
L'ultimo abbraccio. L'ultimo saluto.
Tu, portatore dell'Anello, parti.
Ora, alla fine di tutto.
Distrutto il nemico. Distrutto il male. Parti.
Nessuna lacrima. Solo dolore.
Un dolce dolore, che ti trattiene il pianto.
Sono qui, ora, alla fine di tutto, per dirti l'ultima volta:
Addio.
Tom Bombadil
L’eco dei miei deboli passi risuona attraverso le mura oscure.
Gli occhi stanchi faticano a penetrare il cupo vuoto
Del corridoio incolore ove, per ogni uscio socchiuso, un volto sghignazzante
Si affaccia e si nasconde, sfidando il messaggio del mio, che non sa decifrare.
Ma dalla pura potenza di due pupille dischiuse
Che assaggiarono polvere velenosa,
Divampa il silenzioso bagliore che acceca la fragile espressione
Di quelle facce perse sul fondo dell’ignara ragione.
Vestita di bianco
Percorro il corridoio che conduce alla Via.
La troverò.
Ormai più nulla da dire.
Troppe emozioni da contenere nel cuore
Per non essere lasciate libere, ovunque.
Come lingue di ardenti sogni
Lambiscono la realtà,
Alimentandola di verità e passione,
Sorreggendola
Col candido tocco della speranza.
Chi è mai stato carezzato da un candido sogno
Che non conosce limite
Laddove la realtà inizia a parlare di sé?
Ci hanno chiamati per combattere
IL CANTO DELLA STRADA
La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal Quale altera parte.
Ora la Via E fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con Piedi Alati
Sin all'incrocio con Una Più larga
Colomba SI uniscono piste e sentieri.
E poi colomba andro? Nessuno lo sa.
IL CANTO FUNEBRE PER THEODEN
Dal Dubbio, dal buio, al sorger del Giorno
Galoppo al sole, spada sguainata.
Speranza Desto, nella speranza parti;
Oltre la morte, la paura ed il fato,
verso la pace, la speranza e la gloria.
CANTO DELLE AQUILE
Cantate ora, gente della Torre di Anor,
perchè il Regno di Sauron E finito per sempre,
e la Torre Oscura E crollata.
Cantate e gioite, gente della Torre di Guardia,
perchè non fu vana l'attesa,
e il Cancello Nero e spezzato,
e il Vostro Re l'ha Varcato,
ed Egli E Vittorioso. Cantate e godete, Tutti Voi figli dell'Ovest,
perchè il Vostro Re Tornera,
e in Futuro in mezzo a Voi vivra
Tutti i giorni della vita. E l'Albero appassito rifiorirà,
ed Egli nia Luoghi alti lo pianterà,
e benedetta Sara La Città. Cantate quindi, o gente!
CANTO DEL MARE (LEGOLAS)
Al Mare, al Mare! I bianchi gabbiani chiamano,
Il vento soffia, e le bianche Schiume danzano.
Ad ovest, ad ovest, il sole sta tramontando.
Nave, nave grigia, Stanno chiamando
Le voci di Quelli Già Arrivati?
lascerò, lascerò i boschi ove siam nati;
Stan finendo I nostri giorni Tutti quasi,
Ed io traverserò da solista i flutti.
Lunghe son le onde sull'Ultima Spiaggia,
E dolce l'Isola Perduta Che un Partire incoraggia,
Ad Eressëa, Elfica Dimora Che mai alcuno Scoprire potra,
Ove non Cadon le foglie: terra della mia gente per sempre Sarà,!
L'INDOVINELLO DI GOLLUM
Terra fredda e dura
Che morde e tortura
Che ha guidato le dita.
Rocce, sassi e macigni
Vieni vecchi ossi arcigni
Senza carne Né vita.
Ma Stagni e Ruscelli
Figlio freschi, figlio belli;
! La fatica è finita
Vediam se ci riesce ....
Alla fine di tutto
Alla fine di tutto parti.
Ora, al tramonto, in riva al mare, l'ultimo addio.
L'ultimo abbraccio. L'ultimo saluto.
Tu, portatore dell'Anello, parti.
Ora, alla fine di tutto.
Distrutto il nemico. Distrutto il male. Parti.
Nessuna lacrima. Solo dolore.
Un dolce dolore, che ti trattiene il pianto.
Sono qui, ora, alla fine di tutto, per dirti l'ultima volta:
Addio.
Tom Bombadil
“Nella Vecchia Foresta vive Tom Bombadillo
Più antico di un Ent ma sempre arzillo
Dalle guance rosse, sembra esser brillo
Sul cappello una piuma è il suo vessillo.
Fra gli alberi saltella come un grillo
Ed il Vecchio Salice fa stare tranquillo.
Dell’acqua conosce ogni zampillo
E dei fiori cura ogni pistillo.
L’Anello per lui è soltanto un gingillo
Della ricchezza non sente affatto l’assillo.
Ama Baccador, che somiglia alla Melillo
E le canta strofe di Michele Zarrillo.
Mangia miele e bacche di mirtillo
Sempre sano, non conosce bacillo.
Non gli sfugge neanche uno spillo;
Conosce persino un vecchio armadillo.
Non ha paura di un coccodrillo.
Chiude spettri nei Tumuli col sigillo,
Perciò se hai bisogno fagli uno squillo:
- Segreteria telefonica di Tom Bombadillo
Sto guardando il film di Don Camillo
Se serve aiuto, forza, dài, dillo!!! - ”
Pensieri a Villa Brandy
Fa tanto freddo, stanotte… Le fronde della grande quercia dirimpetto alla finestra della mia stanza, si agitano e mormorano inquiete nell’impetuoso vento dell’Est… La Vecchia Foresta, col suo bieco sguardo vigile, cela segreti che le creature della notte non racconteranno al pallido mattino che verrà… Il Brandivino riposa nel suo letto, ampio e cheto… Villa Brandy è insolitamente silenziosa: non un scricchiolìo di una porta che si chiude, per accogliere il chiarore di una lampada nel buio; nessun sussurro attraversa i solitari corridoi come un brivido nell’oscurità… Il fuoco è spento nel mio camino. Chi scorgerà, nel lampo che insegue il tuono, il bagliore delle mie deboli e accecanti parole di tenera tempesta, che fluttuano mute e assordanti nell’immensità della mia dimora in cui si perdono?
Chi raccoglierà frammenti di un profondo sogno senza macchia né fine, costretto a dirigere i propri passi verso il sentiero accidentato di una verità che non gli appartiene? Chi seguirà il percorso di una matita sicura, sul foglio senza spigoli di un’irruente realtà pronta ad imprigionare ogni scheggia d’ombra? Chi spolvererà il mio esiliato sorriso, come vento che spazza via pesanti nubi dalla luna? Chi si lascerà sfiorare dalla luce del mio sguardo immerso nel più vero, dolce e malinconico ricordo mai consumato? Chi si lascerà rapire dall’ebbrezza che cattura il folle attimo nello spazio infinito? Chi mai udirà la mia silenziosa voce incontrastata, spingersi oltre l’orizzonte?
Cavaliere speranza
"Svanisco nel tuo nome
Cavaliere Speranza
Giovani indocili riccioli nell’alito del Sud
Nel pianto degli occhi al gelo di un tempo senza promesse.
Disperso nella letizia del florido splendore, il tuo sorriso
In grazia e libertà scioglie le mie adombrate ali
Nel verde giocondo dei tuoi pensieri incontaminati
Nel cielo senza nubi che fiamme, lance e distruzione non oseranno lambire.
Echeggia attraverso colli e valli
Il corno disperato di una voce, soffocata nelle tenebre dell’inclemente sentenza
Dietro le fredde sbarre del giorno tiranno che insegue un domani avverso,
Nel petto di chi il tuo nome pronunziare non può.
Soldato d’onore
Bagliore di fiero argento sprigionato ad una deferente luna,
Lo scintillio accecante di una lama che non affonda nel cuore
E' letale per lo spirito che da te non sa guarire.
Nell’infrangibile certezza che non mente
Al di sopra del Monte più Alto e Antico
Al di là dei Cancelli del Tempo
Ai margini del sentire nel cristallo gemello
Il riflesso di te,
Principe d’Amore racchiuso in un sospiro
Senza fine,
Fiero vessillo del desiderio
Scrigno di segrete follie che la notte non sa decifrare
Intoccabile sulla Bianca Torre
Macchiato dal velato ricordo di una lacrima perpetua".
Hobbit d'arme
Oggi il vento corre tra i ciuffi d’erba, insegue e carezza erranti pensieri pennellati di verde, giallo e azzurro della mia Terra natìa… Lo sento bisbigliare nelle orecchie parole di libertà, e avverto su di me il respiro della natura ancora sopita.
Appoggiata al muretto del Ponte, scorgo il riflesso dei miei occhi attraverso lo specchio imperturbabile delle acque al sole del meriggio… La Via è deserta, nessun rumore di passi né scalpitio di zoccoli ad interrompere l’inarrestabile corrente di domande che non porterà verso il Mare… E il Brandivino lo sa; lui conosce i tormenti e le delizie di uno Hobbit d’arme; lui sa della spada consumata la cui lama non sa deludere, brandita dall’alba alle tenebre da un braccio instancabile che geme al ricordo dell’Ombra Nera, che di tanto in tanto striscia furtivamente nella Foresta della Luna Sorgente… Ma stasera mi farò strada tra il fumo nero che confonde e brucia i miei occhi stanchi, e l’immagine delle Bianche Torri modellerà vacui timori e desideri celati alla propria acqua sorgiva, mentre la brezza dell’Occidente solleverà il cupo manto da un’insanabile piaga di nostalgia, purificandola col suo tocco soave e amaro… E il Mare, sapiente e conscio, ascolterà da lungi ogni inesprimibile lamento abbagliato dai raggi del Sole al tramonto, cullandolo nei Rifugi Oscuri dell’attesa…
Sogno candido
Gli occhi stanchi faticano a penetrare il cupo vuoto
Del corridoio incolore ove, per ogni uscio socchiuso, un volto sghignazzante
Si affaccia e si nasconde, sfidando il messaggio del mio, che non sa decifrare.
Ma dalla pura potenza di due pupille dischiuse
Che assaggiarono polvere velenosa,
Divampa il silenzioso bagliore che acceca la fragile espressione
Di quelle facce perse sul fondo dell’ignara ragione.
Vestita di bianco
Percorro il corridoio che conduce alla Via.
La troverò.
Ormai più nulla da dire.
Troppe emozioni da contenere nel cuore
Per non essere lasciate libere, ovunque.
Come lingue di ardenti sogni
Lambiscono la realtà,
Alimentandola di verità e passione,
Sorreggendola
Col candido tocco della speranza.
Chi è mai stato carezzato da un candido sogno
Che non conosce limite
Laddove la realtà inizia a parlare di sé?
Ci hanno chiamati per combattere
Lente gocce di speranza scandiscono gli eterni minuti dell’oscurità,
Dense di nuova gioia incandescente, il cupo silenzio infrangono.
Sprigionata nell’ombra è la scintilla d’argento, che dissiperà
Incertezze, ansie e dolori lontani dagli occhi che faticano a piangere.
Mi unisco al coro di gloria dei Rohirrim,
all’ardua e faticosa marcia dei Viandanti,
al tenue, intenso sorriso del Portatore esausto,
al vessillo del Re fieramente spiegato dal nuovo vento dell’Ovest.
“CI HANNO CHIAMATI PER COMBATTERE".
I NATZGUL (interpretata dai 4 hobbit)
Ci nascondiamo dietro ad un albero, nella speranza di non essere visti.
Avverte la presenza dell'Anello, il suo cavallo ci fiuta.
Ci scopriranno.
La tentazione di infilarsi l'Anello è alta. L'Anello vuole essere scoperto.
Se ne va e noi scappiamo.
Cercheremo di nasconderci nell'ombra della notte, per non essere notati.
- Sono loro - dissi. - Sono i Natzgul - .
IL CANTO DELLA STRADA
La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal Quale altera parte.
Ora la Via E fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con Piedi Alati
Sin all'incrocio con Una Più larga
Colomba SI uniscono piste e sentieri.
E poi colomba andro? Nessuno lo sa.
IL CANTO FUNEBRE PER THEODEN
Dal Dubbio, dal buio, al sorger del Giorno
Galoppo al sole, spada sguainata.
Speranza Desto, nella speranza parti;
Oltre la morte, la paura ed il fato,
verso la pace, la speranza e la gloria.
CANTO DELLE AQUILE
Cantate ora, gente della Torre di Anor,
perchè il Regno di Sauron E finito per sempre,
e la Torre Oscura E crollata.
Cantate e gioite, gente della Torre di Guardia,
perchè non fu vana l'attesa,
e il Cancello Nero e spezzato,
e il Vostro Re l'ha Varcato,
ed Egli E Vittorioso. Cantate e godete, Tutti Voi figli dell'Ovest,
perchè il Vostro Re Tornera,
e in Futuro in mezzo a Voi vivra
Tutti i giorni della vita. E l'Albero appassito rifiorirà,
ed Egli nia Luoghi alti lo pianterà,
e benedetta Sara La Città. Cantate quindi, o gente!
CANTO DEL MARE (LEGOLAS)
Al Mare, al Mare! I bianchi gabbiani chiamano,
Il vento soffia, e le bianche Schiume danzano.
Ad ovest, ad ovest, il sole sta tramontando.
Nave, nave grigia, Stanno chiamando
Le voci di Quelli Già Arrivati?
lascerò, lascerò i boschi ove siam nati;
Stan finendo I nostri giorni Tutti quasi,
Ed io traverserò da solista i flutti.
Lunghe son le onde sull'Ultima Spiaggia,
E dolce l'Isola Perduta Che un Partire incoraggia,
Ad Eressëa, Elfica Dimora Che mai alcuno Scoprire potra,
Ove non Cadon le foglie: terra della mia gente per sempre Sarà,!
L'INDOVINELLO DI GOLLUM
Terra fredda e dura
Che morde e tortura
Che ha guidato le dita.
Rocce, sassi e macigni
Vieni vecchi ossi arcigni
Senza carne Né vita.
Ma Stagni e Ruscelli
Figlio freschi, figlio belli;
! La fatica è finita
Vediam se ci riesce ....
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